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92027 Licata

 

UN ITINERARIO DALL'ETÀ DEL BRONZO

FINO AGLI INSEDIAMENTI DI ETÀ GRECA - ROMANA 

 

 

Sorprendente e di alto valore è l’itinerario archeologico, pregno di testimonianze e di orme indelebili che rievocano il passato della città di Licata  e appagano la curiosità culturale dei visitatori alla ricerca di forti emozioni.

In posizione panoramica, sulla strada che collega la città di Licata alla spiaggia di Mollarella, si trova lo Stagnone Pontillo, monumento preellenico che si fa risalire all’età del ferro (XII sec.a.C.). Si tratta di un antico ipogeo di notevole dimensione e di peculiare struttura architettonica. Scavato nella roccia, la volta è sostenuta da tre colonne che, restringendosi gradualmente verso l’alto, conferiscono un particolare fascino a tutto l’ambiente. Nel corso dei millenni il sito è stato meta di numerosi visitatori, come si percepisce dalle iscrizioni, in varie lingue e di epoche diverse, tracciate sulle pareti. Alcune firme in lingua fenicia, iberica, libica, documentano l’interesse di popoli antichissimi. E ancora oggi lo Stagnone Pontillo continua continua ad essere fonte magica che sprigiona interesse e curiosità.

Sulla vetta più alta di Licata, il Monte Sole che gli storici antichi chiamavano “Eknomos”, si staglia imponente e minaccioso il “Frourion di Falaride”. La denominazione del sito fortemente evocativa si riferisce ai resti di una fortificazione ellenistica (mura,abitazioni,cisterne,fornaci), delle dimensioni di un castello medioevale, fatta edificare, nella prima metà del VI sec. a.C., dal tiranno agrigentino Falaride, per frenare l’avanzata espansionistica della vicina Gela.

Sul più importante monte di Licata, Monte Sant’Angelo, si possono visitare i resti della città greca. Il centro abitato si fa risalire al IV sec. a.C., anche se gli archeologi hanno individuato testimonianze più antiche riconducibili al V sec.a.C.: una statua greca di marmo che potrebbe raffigurare Demetra e molti frammenti di ceramica arcaica.

Di inestimabile valore archeologico la necropoli di Monte Petrulla, monumentale necropoli a grotte artificiali, scavate nella roccia, risalenti all’età del bronzo ( II millennio a.C.). Circa cento tombe ricoprono e arricchiscono di fascino monte Petrulla, ubicato a 8 Km a nord di Licata. Il sito esercita un grande richiamo turistico per la singolarità della sua conformazione architettonica e per la selvaggia bellezza paesaggistica e ambientale che lo contraddistingue. Chi visita la zona vive la piacevole sensazione di essere pervaso dall’odore intenso e aspro delle erbe selvatiche che continuano a crescere spontaneamente e a diffondere il profumo della storia.

Testimonianze archeologiche si trovano anche nel centro abitato, realtà che sono parte integrante del panorama locale. E’ il caso del Pozzo della Grangela, una opera idraulica molto antica, risalente al periodo preellenico, situata alle falde di Monte Sant’Angelo, poco distante dalla piazza principale di Licata. La Grangela è un pozzo profondo scavato nella roccia, dentro il quale confluiva l’acqua che veniva utilizzata dalla popolazione del tempo.  Gli abitanti del luogo lo consideravano un luogo magico, di corale coinvolgimento emotivo, protagonista di molti racconti fantastici e misteriosi. Senza dubbio la vista della Grangela è consigliata a chi è disposto ad aprire il cuore alla magia di un luogo che comunica cultura, conoscenza, suggestioni, fantasia.

Nel centro storico, in via Marconi, si può ammirare la Tholos, una colonna alta circa 11 metriche che racconta la presenza degli abitanti di Micene a Licata, durante l’età del ferro (1200 a.C.).

Per gli amanti di archeologia si consiglia la visita al Museo Civico Archeologico di Licata. Ubicato presso il Chiostro seicentesco dell’abbazia cistercense di “Santa Maria del Soccorso”, comunemente chiamata "Badia" e fondata nel XVI secolo, custodisce ed espone gran parte dei reperti preistorici, ellenistici e dell’età medievale.

 

 
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